Io vado.
Domenica 27 luglio riprenderò il mio Cammino sulla Francigena ripartendo dal Duomo di Fidenza dove avevo completato il primo tratto iniziato da casa. Se tutto va bene dovrei arrivare “Ad Limida Petri” attorno al 21-22 agosto.
Per la quarta volta vado da solo per strada lasciando a casa le persone a cui tengo di più e che forse, mai come in questo momento, avrebbero bisogno della mia presenza. Ma un marito ed un padre “imbrigliato” non sarebbe certo una presenza tranquilla tra le mura domestiche! La cosa migliore per tutti è assecondare questa voglia matta di pellegrinare e di vivere un’esperienza talmente appagante da essere ardentemente desiderata di anno in anno. E quello che è appena trascorso è stato tristemente carico di avversità, alcune risolte e superate, altre ancora pendenti e che forse, anche tramite il camminare, potranno essere svelate nella loro vera luce. Vedremo.
Non parto carico di aspettative (come altre volte) se non quella che auspicano tutti coloro che si mettono per strada: .....ritrovarsi (dentro) alla fine.
Non parto allenato: quest’anno non ho potuto fare un’adeguata preparazione, sono soprappeso (molto) e ho un po’ di acciacchi; …….“del proprio mal ognuno pianga se stesso”.
Non parto molto convinto: sono stato in forse fino all’ultimo minuto a causa della salute di mia moglie e non sono ancora entrato nei panni del pellegrino;… ma so che dopo tre giorni sarà come esserci stato da sempre sulla strada.
Non ho ancora acquistato ciò che mi può servire.
Non ho ancora preparato lo zaino.
Non ho progettato le tappe: contrariamente agli anni scorsi non ho avuto tempo e modo di lavorarci su;…….. quello che verrà, verrà.
In fondo, questo stato di provvisorietà, anche se mi turba un poco perché non è da me, tutto sommato non mi dispiace e mi da un senso di tranquillità nonostante non mi sia chiaro ciò che mi aspetta.
Credo che andrò piano e se non arriverò a Roma avrò la scusa per riprendere il Cammino un altr’anno.
Ho finito.
Io vado.
Ermanno
Domenica 27 luglio riprenderò il mio Cammino sulla Francigena ripartendo dal Duomo di Fidenza dove avevo completato il primo tratto iniziato da casa. Se tutto va bene dovrei arrivare “Ad Limida Petri” attorno al 21-22 agosto.
Per la quarta volta vado da solo per strada lasciando a casa le persone a cui tengo di più e che forse, mai come in questo momento, avrebbero bisogno della mia presenza. Ma un marito ed un padre “imbrigliato” non sarebbe certo una presenza tranquilla tra le mura domestiche! La cosa migliore per tutti è assecondare questa voglia matta di pellegrinare e di vivere un’esperienza talmente appagante da essere ardentemente desiderata di anno in anno. E quello che è appena trascorso è stato tristemente carico di avversità, alcune risolte e superate, altre ancora pendenti e che forse, anche tramite il camminare, potranno essere svelate nella loro vera luce. Vedremo.
Non parto carico di aspettative (come altre volte) se non quella che auspicano tutti coloro che si mettono per strada: .....ritrovarsi (dentro) alla fine.
Non parto allenato: quest’anno non ho potuto fare un’adeguata preparazione, sono soprappeso (molto) e ho un po’ di acciacchi; …….“del proprio mal ognuno pianga se stesso”.
Non parto molto convinto: sono stato in forse fino all’ultimo minuto a causa della salute di mia moglie e non sono ancora entrato nei panni del pellegrino;… ma so che dopo tre giorni sarà come esserci stato da sempre sulla strada.
Non ho ancora acquistato ciò che mi può servire.
Non ho ancora preparato lo zaino.
Non ho progettato le tappe: contrariamente agli anni scorsi non ho avuto tempo e modo di lavorarci su;…….. quello che verrà, verrà.
In fondo, questo stato di provvisorietà, anche se mi turba un poco perché non è da me, tutto sommato non mi dispiace e mi da un senso di tranquillità nonostante non mi sia chiaro ciò che mi aspetta.
Credo che andrò piano e se non arriverò a Roma avrò la scusa per riprendere il Cammino un altr’anno.
Ho finito.
Io vado.
Ermanno