la sottosezione in cui sto scrivendo si chiama "io leggo, tu leggi, noi leggiamo...".
ecco.
allora.
direi di no.
direi chre io non lo leggo, credo che tu non lo leggerai [ma so già di un'eccezione a questa mia affermazione] e noi in generale non lo leggeremo.
e però questo non toglie che questo sia il posto giusto dove scrivere.
===============
premessa.
giusto l'altra sera maryam diceva di quanto io fossi versatile.
di me diceva: "anni fa è arrivata a casa alle 19.00 dopo 4 giorni sul monviso sfatta di stanchezza, di docce non fatte, di scarponi sempre addosso, di graffi sulle gambe, di segni di calzini. e dopo mezz'ora e una doccia era in tubino nero e collana di perle pronta per una festa elegante".
forse sì.
forse sono versatile.
o forse, semplicemente, mi abitano tante anime.
per voi sono la cri.
sono quella degli zaini all'ultimo secondo, quella con il sole dentro gli occhi, quella che ha un sorriso che diventa radice.
per voi sono quella degli abbracci stretti che non dovrebbero finire mai, quella delle braccia a tenere, quella delle mani a toccare.
per voi sono quella lo sherpa delle amiche, la capra di montagna, la madre in libera uscita.
per voi sono quella che non sa cucinare, ma come taglia lei il melone, fa la tisana e ora - nuova abilità - prepara la macedonia nessun altro.
per voi sono quella che ora chiacchiera e racconta e dice e scrivere e ride e si diverte ed è allegra ed è felice.
per voi sono quella che ha il cuore inquieto, zingaro, in ricerca, in fuga, entusiasta, sbriciolato, ricomposto.
per voi sono quella che in mezzo agli altri sta bene, che se c'è da fare festa c'è, che se c'è da organizzare qualcosa "eccomi".
sono questo.
ma anche.
sono un'essere solitario.
cerco e amo i tempi della solitudine voluta, senza faticherei a essermi.
e visto che le cose capitano - e qualcuno lo chiama caso, qualcuno lo chiama scelta, qualcuno lo chiama destino - attorno e addosso a quel mio bisogno di silenzio, mi sono creata una professione.
e lì - lì in biblioteca, lì in mezzo ai libri, lì in mezzo a parole che arrivano da secoli lontani - vivo un'altra dimensione di me.
che non è meno vera, meno forte, meno appassionata della cri che conoscete voi.
quindi sì.
sono un topo di biblioteca [però simpatico] felice di esserlo.
==========
questi acta sanctorum mi girano addosso da settimana scorsa.
ve lo lascio.
vi lascio due foto che ho fatto al volo
e il link alla copia digitalizzata
[la copia digitalizzata ha due sequenze di pagine; lasciate perdere la prima sequenza; nella seconda sequenza, da pagina 5 a pagina 124, il testo su san giacomo maggiore].
a voi.
condividendo storia e bellezza.
ciao.
cri
ecco.
allora.
direi di no.
direi chre io non lo leggo, credo che tu non lo leggerai [ma so già di un'eccezione a questa mia affermazione] e noi in generale non lo leggeremo.
e però questo non toglie che questo sia il posto giusto dove scrivere.
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premessa.
giusto l'altra sera maryam diceva di quanto io fossi versatile.
di me diceva: "anni fa è arrivata a casa alle 19.00 dopo 4 giorni sul monviso sfatta di stanchezza, di docce non fatte, di scarponi sempre addosso, di graffi sulle gambe, di segni di calzini. e dopo mezz'ora e una doccia era in tubino nero e collana di perle pronta per una festa elegante".
forse sì.
forse sono versatile.
o forse, semplicemente, mi abitano tante anime.
per voi sono la cri.
sono quella degli zaini all'ultimo secondo, quella con il sole dentro gli occhi, quella che ha un sorriso che diventa radice.
per voi sono quella degli abbracci stretti che non dovrebbero finire mai, quella delle braccia a tenere, quella delle mani a toccare.
per voi sono quella lo sherpa delle amiche, la capra di montagna, la madre in libera uscita.
per voi sono quella che non sa cucinare, ma come taglia lei il melone, fa la tisana e ora - nuova abilità - prepara la macedonia nessun altro.
per voi sono quella che ora chiacchiera e racconta e dice e scrivere e ride e si diverte ed è allegra ed è felice.
per voi sono quella che ha il cuore inquieto, zingaro, in ricerca, in fuga, entusiasta, sbriciolato, ricomposto.
per voi sono quella che in mezzo agli altri sta bene, che se c'è da fare festa c'è, che se c'è da organizzare qualcosa "eccomi".
sono questo.
ma anche.
sono un'essere solitario.
cerco e amo i tempi della solitudine voluta, senza faticherei a essermi.
e visto che le cose capitano - e qualcuno lo chiama caso, qualcuno lo chiama scelta, qualcuno lo chiama destino - attorno e addosso a quel mio bisogno di silenzio, mi sono creata una professione.
e lì - lì in biblioteca, lì in mezzo ai libri, lì in mezzo a parole che arrivano da secoli lontani - vivo un'altra dimensione di me.
che non è meno vera, meno forte, meno appassionata della cri che conoscete voi.
quindi sì.
sono un topo di biblioteca [però simpatico] felice di esserlo.
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questi acta sanctorum mi girano addosso da settimana scorsa.
- mercoledì i commessi me li hanno portati.
hanno scaricato sulla scrivania dietro alla mia 52 volumi immensi [ognuno è praticamente più alto di tom e probabilmente pesa più di lui]. mancavano i primi 17. nessuno sapeva dove fossero finiti. li hanno cercati tutti per ore. alla fine sono saltati fuori, nel posto più stupido e più logico che potesse esserci. quando sono arrivati tutti, li ho guardati a campione. l'unico commento che ho fatto è stato: "saranno un dramma".
- giovedì ero a casa. avevo un appuntamento alle 14.00 a bergamo e non mi valeva certo la pena di arrivare fino a pavia per 4 ore di lavoro. ho fatto la brava. ho iniziato a studiarli. ero parecchio distratta [whatsapp aperto sul pc era una distrazione continua, un biglietto per un altrove folle, luminoso, onirico e bellissimo, una tentazione irresistibile] ma qualcosa ho studiato.
quasi-copio da Wiki: Gli acta sanctorum costituiscono una raccolta di documenti relativi ai santi della Chiesa avviata, nel suo nucleo primigenio, dal gesuita belga Jean Bolland (1596-1665) e poi proseguita da altri padri gesuiti, che ne composero l'originaria struttura. La raccolta rappresenta una vasta collezione di fonti sui santi articolate in base al calendario liturgico. Il primo volume dell'opera viene stampato a Bruxelles nel 1643, l'ultimo [e ci saranno più di 70 volumi tra il primo e l'ultimo] nel 1931. L'opera è articolata in monografie, ordinate in base ai mesi e ai giorni dell'anno sotto il giorno in cui il santo è celebrato.
- venerdì volevo metterci le mani, ma prima di iniziare era necessario liberare la scrivani di tutti gli altri libri che erano ancora in giro. ora che ho svuotato la scrivania era tardissimo. ho preso il primo volume degli acta sanctorum e mi ci sono messa di buzzo buono. ci avevo visto giusto. erano una rogna. ne ho catalogato qualcuno, si contavano sulle dita di due mani.
- domenica in autostrada - le cugine in una dacia, io sul sedile del passeggero [grazie simo] - mi sono venuti in mente.
ho detto: "ca**o, non ho nessuna voglia di andare al lavoro domani". di solito non lo dico mai.
- stamattina mi ci sono messa.
come sul cammino.
un passo, poi un altro, poi un altro.
un volume, poi un altro, poi un altro.
a metà mattina, eccolo.
lo stavo aspettando.
il sesto volume degli acta sanctorum di luglio.
eccolo, giacomino nostro.
ve lo lascio.
vi lascio due foto che ho fatto al volo
e il link alla copia digitalizzata
[la copia digitalizzata ha due sequenze di pagine; lasciate perdere la prima sequenza; nella seconda sequenza, da pagina 5 a pagina 124, il testo su san giacomo maggiore].
a voi.
condividendo storia e bellezza.
ciao.
cri