Dal “Vademecum per pellegrini della Via Francigena e oltre” a cura di Monica D’Atti - Edizione primavera 2018, pag. 25:
http://www.confraternitadisanjacopo.it/Francigena/esperienza/vademecum.pdf
Io non ho avuto nessun bisogno di apprenderle leggendole queste cose. Però a qualcuno possono far riflettere:
« Fare un pellegrinaggio costa. Non è una cosa gratuita, non costa poco. Da sempre i
pellegrini partivano dopo essersi preparati a lungo per questo grande viaggio dello spirito. Per
compiere il pellegrinaggio venivano messi da parte risparmi. (…) Il pellegrino non è un
mendicante. Il pellegrino non è uno straccione. Il pellegrinaggio è un atto volontario. Nessun
ci obbliga a partire se non abbiamo i mezzi o la voglia di procurarceli. I soldi ci serviranno
per mangiare, per le piccole spese e per fare offerte nelle chiese e negli ospitali che ci hanno
accolti. Tanti luoghi sulla VF oggi si sono proposti con verità e con generosità d’animo e
accolgono i pellegrini. Ma tenere aperto un posto costa, costano le manutenzioni, la corrente, il
gas. Il pellegrino deve aiutare, in coscienza.
A volte negli ospitali passano persone veramente povere e allora può capitare che, al contrario,
saranno gli ospitalieri ad aiutarle economicamente. Ma più spesso passano tante persone che i
mezzi ce li hanno. Persone alle quali la Provvidenza ha dato un tetto dove vivere a casa loro; un
lavoro, anche se modesto, una famiglia o degli amici, beni materiali di vario tipo. Tutte queste
persone quando partono per un pellegrinaggio non sono povere (…).
Non è neanche il posto dove sfidare la Provvidenza. Chi parte provando a fare un cammino
senza “un euro”, come qualcuno ogni tanto dice, pensando di fare un vero cammino spirituale, in
verità prende in giro se stesso, gli altri e la Provvidenza. ... »
http://www.confraternitadisanjacopo.it/Francigena/esperienza/vademecum.pdf
Io non ho avuto nessun bisogno di apprenderle leggendole queste cose. Però a qualcuno possono far riflettere:
« Fare un pellegrinaggio costa. Non è una cosa gratuita, non costa poco. Da sempre i
pellegrini partivano dopo essersi preparati a lungo per questo grande viaggio dello spirito. Per
compiere il pellegrinaggio venivano messi da parte risparmi. (…) Il pellegrino non è un
mendicante. Il pellegrino non è uno straccione. Il pellegrinaggio è un atto volontario. Nessun
ci obbliga a partire se non abbiamo i mezzi o la voglia di procurarceli. I soldi ci serviranno
per mangiare, per le piccole spese e per fare offerte nelle chiese e negli ospitali che ci hanno
accolti. Tanti luoghi sulla VF oggi si sono proposti con verità e con generosità d’animo e
accolgono i pellegrini. Ma tenere aperto un posto costa, costano le manutenzioni, la corrente, il
gas. Il pellegrino deve aiutare, in coscienza.
A volte negli ospitali passano persone veramente povere e allora può capitare che, al contrario,
saranno gli ospitalieri ad aiutarle economicamente. Ma più spesso passano tante persone che i
mezzi ce li hanno. Persone alle quali la Provvidenza ha dato un tetto dove vivere a casa loro; un
lavoro, anche se modesto, una famiglia o degli amici, beni materiali di vario tipo. Tutte queste
persone quando partono per un pellegrinaggio non sono povere (…).
Non è neanche il posto dove sfidare la Provvidenza. Chi parte provando a fare un cammino
senza “un euro”, come qualcuno ogni tanto dice, pensando di fare un vero cammino spirituale, in
verità prende in giro se stesso, gli altri e la Provvidenza. ... »